Russare: sintomi del russamento cronico
Il sintomo evidente della roncopatia è naturalmente il rumore prodotto durante il sonno, che a volte non è il russatore a sentire ma il suo partner.
I segnali del russamento come malattia non si limitano però a questo, e solitamente un paziente arriva a consultare lo specialista, oltre che per il benessere della vita di coppia, quando presenta anche altri sintomi, come:
Il russamento è spesso associata a patologie che ostruiscono le vie aeree superiori. Le cause più comuni di naso chiuso risultano: ipertrofia dei turbinati, sinusite cronica, poliposi nasale. Anche chi ha il setto nasale deviato presenta una maggiore tendenza a russare.
Per molti pazienti curare il naso chiuso può significare eliminare o ridurre il russamento.
Per molti pazienti curare il naso chiuso può significare eliminare o ridurre il russamento.
Spesso chi russa ha un sonno leggero e disturbato ed al risveglio non si sente riposato con notevole difficoltà ad alzarsi dal letto. Non riuscendo a riposare bene durante le ore notturne, il russatore accumula stress psico-fisico che si riflette in ogni aspetto della vita quotidiana: dalla sonnolenza all’irritabilità, dalla depressione all’impotenza o riduzione del desiderio sessuale.
Soffrire di sonnolenza diurna è molto pericoloso, oltre che socialmente “sconveniente”. Alcuni soggetti hanno difficoltà a mantenersi svegli durante le ore di lavoro, in particolare dopo pranzo, oppure durante le riunioni o la conversazione, al telefono o addirittura durante un rapporto sessuale. La conseguenza più catastrofica della sonnolenza diurna è l’addormentamento alla guida, con il rischio di esser causa di gravi incidenti.
Una recente riforma del codice della strada (febbraio 2016) prevede sanzioni e pene molto severe per chi decida di non curare il russamento e l’apnea notturna (sospensione della patente di guida per mesi o anni).
Soffrire di sonnolenza diurna è molto pericoloso, oltre che socialmente “sconveniente”. Alcuni soggetti hanno difficoltà a mantenersi svegli durante le ore di lavoro, in particolare dopo pranzo, oppure durante le riunioni o la conversazione, al telefono o addirittura durante un rapporto sessuale. La conseguenza più catastrofica della sonnolenza diurna è l’addormentamento alla guida, con il rischio di esser causa di gravi incidenti.
Una recente riforma del codice della strada (febbraio 2016) prevede sanzioni e pene molto severe per chi decida di non curare il russamento e l’apnea notturna (sospensione della patente di guida per mesi o anni).
Alcuni ricercatori del National Institute on Aging, prestigioso ente di ricerca degli Stati Uniti, hanno scoperto un collegamento fra il russamento ed il mal di testa.
Attraverso accurate indagini si è osservato che i pazienti che soffrivano di mal di testa cronico russavano con un’intensità doppia rispetto ai pazienti con mal di testa occasionali.
Secondo Ann Scher del National Institute on Aging, le spiegazioni del legame fra russamento, disturbi respiratori (molto spesso causati da ipertrofia dei turbinati e prolasso dell’ugola) e mal di testa sono più di una.
L’emicrania ad esempio potrebbe essere causata dall’eccessivo rumore del russamento notturno o dalla insufficiente ossigenazione del sangue durante la notte.
Anche i farmaci utilizzati per controllare il mal di testa potrebbero incidere negativamente sui disturbi della respirazione, causando di conseguenza russamento notturno ed innescando un circolo vizioso.
In ultimo il mal di testa periodico o cronico potrebbe essere causato dal dormire troppo o troppo poco, evenienza piuttosto comune in chi russa abitualmente, soffre di roncopatia e apnea notturna.
Una consultazione dello specialista otorinolaringoiatra può perciò essere utile per risolvere comuni malattie respiratorie (ipertrofia dei turbinati, poliposi nasale, russamento, sindrome delle apnee ostruttive del sonno) e formulare corretta diagnosi e terapia del mal di testa (cefalea o emicrania).
Attraverso accurate indagini si è osservato che i pazienti che soffrivano di mal di testa cronico russavano con un’intensità doppia rispetto ai pazienti con mal di testa occasionali.
Secondo Ann Scher del National Institute on Aging, le spiegazioni del legame fra russamento, disturbi respiratori (molto spesso causati da ipertrofia dei turbinati e prolasso dell’ugola) e mal di testa sono più di una.
L’emicrania ad esempio potrebbe essere causata dall’eccessivo rumore del russamento notturno o dalla insufficiente ossigenazione del sangue durante la notte.
Anche i farmaci utilizzati per controllare il mal di testa potrebbero incidere negativamente sui disturbi della respirazione, causando di conseguenza russamento notturno ed innescando un circolo vizioso.
In ultimo il mal di testa periodico o cronico potrebbe essere causato dal dormire troppo o troppo poco, evenienza piuttosto comune in chi russa abitualmente, soffre di roncopatia e apnea notturna.
Una consultazione dello specialista otorinolaringoiatra può perciò essere utile per risolvere comuni malattie respiratorie (ipertrofia dei turbinati, poliposi nasale, russamento, sindrome delle apnee ostruttive del sonno) e formulare corretta diagnosi e terapia del mal di testa (cefalea o emicrania).
Chi russa e in particolare chi soffre di apnea notturna spesso si risveglia con la sensazione di soffocamento, bruciore alla gola, secchezza della bocca e ha necessità di urinare nel corso della notte.
Quando il russare è la conseguenza di un’ostruzione parziale o completa delle vie aeree superiori durante il sonno, si parla di sindrome da apnea notturna.
Durante l’apnea notturna il flusso dell’aria a livello del naso o della gola risulta interrotto per almeno 10 secondi; durante l’ipopnea (una “quasi apnea”) il flusso è invece ridotto del 30-50%.
I soggetti affetti da apnea notturna affaticano il cuore nel tentativo di ossigenare i tessuti, e possono arrivare a soffrire di dolori al petto costanti, aritmie e innalzamento della pressione arteriosa.
Durante l’apnea notturna il flusso dell’aria a livello del naso o della gola risulta interrotto per almeno 10 secondi; durante l’ipopnea (una “quasi apnea”) il flusso è invece ridotto del 30-50%.
I soggetti affetti da apnea notturna affaticano il cuore nel tentativo di ossigenare i tessuti, e possono arrivare a soffrire di dolori al petto costanti, aritmie e innalzamento della pressione arteriosa.